E qui entra in gioco il BIM – Building Information Modeling – in grado di offrire un nuovo modello organizzativo. Il settore AEC (Architecture Engineering Construction) viene a trovarsi di fronte a una nuova rivoluzione, proprio come accadde quasi un secolo fa, nella seconda metà degli anni ‘40, con l’industrializzazione delle costruzioni. Il BIM si configura come vero e proprio promotore del cambiamento (driver for changes), in un contesto certamente diverso rispetto ad allora, ma con obiettivi assolutamente identici: incremento della produttività, riduzione dei tempi e degli errori, razionalizzazione dei
processi, ottimizzazione delle soluzioni e dei costi.
La rivoluzione del BIM investe l’intero processo:
la digitalizzazione parte dalla committenza, fa il suo ingresso negli studi professionali di ingegneria e architettura, nelle imprese di costruzione e di ristrutturazione e scende in campo direttamente nei cantieri e coinvolge anche il facility management (gestione del patrimonio immobiliare).
Affidarsi al BIM, quindi, diventa sempre più ‘necessario’ per ciascun attore della filiera (progettista, costruttore, ente pubblico, installatore, manutentore, ecc.): occorre conoscere la metodologia e sfruttare gli strumenti messi a disposizione.
E’ questa la sintesi dell’articolo apparso oggi sul sito IBIMI-bS che il prossimo 9 Aprile a Roma richiamerà l’attenzione dei professionisti del BIM alla 2° Conferenza Nazionale dal titolo ‘Open BIM – Open MIND’ per discutere di open BIM, di competenze professionali e di conservazione a lungo termine degli elaborati digitali.
Per iscriversi alla Conferenza e per informazioni: http://www.ibimi.it/iscrizione-evento-ibimi-2019/