Si è concluso con successo il VID – Venice Innovation Design 2023, tenutosi nei giorni 1 e 2 Luglio sull’incantevole Isola di San Servolo (VE). L’evento, giunto alla 4a edizione, è ormai divenuto un happening prezioso sulla sostenibilità e un’importante occasione di confronto e networking tra ospiti di prestigio e start-up innovative, sempre al servizio dell’ingegno e della natura.
VID è anche un evento che permette, ogni anno, di comprendere l’evoluzione del processo di rigenerazione urbana in atto nell’Isola di San Servolo. Nel corso di questa edizioni sono state, infatti, inaugurate le pensiline e il primo marciapiede fotovoltaico in Italia, realizzato dalla consociata Global Power Service E.S.Co., che in partnership con InfinityHub S.p.A. ha fondato la società veicolo Venice Light Year per la riqualificazione energetica dell’isola di San Servolo.

Nel corso della due giorni è emersa un’osservazione stimolante: il termine “sostenibilità” sta perdendo tono, soffre di un uso eccessivo e di una diluizione di significato. Non è più sufficiente etichettare qualcosa come sostenibile, piuttosto, l’attenzione dovrebbe concentrarsi sugli aspetti fondamentali di questo concetto poliedrico. Ciò ha dato vita a discussioni sulla sostenibilità profonda, sull’economia circolare e sul coinvolgimento attivo di tutti gli attori interessati nei diversi settori.

Nel corso di una lectio magistralis illuminante, l’architetto Mario Cucinella (ospite speciale di questa edizione) ha proposto una definizione alternativa di sostenibilità: “empatia creativa”. Ha evidenziato che la natura ci ha già fornito una ricchezza di soluzioni e che, come innovatori, il nostro compito è osservare, comprendere e replicare i meccanismi presenti nei sistemi naturali. Ciò implica tradurre questi principi in strutture, sia grandi che piccole, che si armonizzino con l’ambiente naturale e sociale.

Ulteriori preziose intuizioni sono state condivise dal Professor Calderini, un esperto di spicco in Innovazione Sociale presso la Scuola di Management del Politecnico. Le sue riflessioni hanno messo in discussione il ruolo della tecnologia e la tendenza dell’innovazione a diventare autoreferenziale, privilegiando le prestazioni senza considerare gli impatti più ampi sull’ambiente e la società. 

Per riassumere, questa 4a edizione di VID ha trasmesso tre messaggi chiave:

L’innovazione autentica deve tenere conto dei POV di tutti gli attori interessati, andando oltre gli utenti primari, per evitare di generare squilibri in cui i vantaggi si accumulano in un’area a discapito di svantaggi significativi in altre.

Il termine “sostenibilità” ha perso efficacia a causa del suo uso eccessivo. Sebbene possa servire a scopi di marketing, non è in grado di adempiere alla sua missione primaria, non riuscendo a esercitare la pressione necessaria sulle aziende e gli attori economici per attuare cambiamenti strutturali sostanziali ed efficaci. Ciò sottolinea la necessità di approcci olistici e intersettoriali.

La natura fornisce una fonte abbondante di conoscenza. Uscendo dai confini della nostra mentalità “da laboratorio”, possiamo superare prospettive ed ego personali. L’ambiente, in particolare, offre numerose soluzioni alle attuali sfide di sostenibilità che affrontiamo. Affrontare questi problemi richiede uno sforzo collettivo, coinvolgendo molti protagonisti. Richiede soprattutto una grande capacità di osservazione e di ascolto attivo, abbracciando il concetto di empatia creativa.

In linea con questa filosofia, VID ha presentato una vasta gamma di realtà imprenditoriali che hanno esposto progetti innovativi e affascinanti, ribadendo l’impegno dell’evento nel promuovere un cambiamento positivo.

Tra le importanti aziende partecipanti, una giuria di spicco composta da Giulio Cappellini (Presidente), Domitilla Dardi, Antonella Galli, Sheng-Hung Lee e Patrick Abbattista ha selezionato due vincitori d’eccellenza che sono stati onorati con il prestigioso Premio VID 2023 e il premio speciale legato a EDIT Napoli.

Il primo vincitore è Rehub, un’azienda innovativa che, partendo da Murano, sta risolvendo l’annoso problema dello smaltimento degli scarti delle lavorazioni del vetro. Proponendo una trasformazione della materia di rifiuto attraverso la manipolazione del vetro, ridotto in una pasta morbida e malleabile, Rehub affronta la sfida dei rifiuti cosiddetti “non riciclabili”. Con le loro tecnologie all’avanguardia, attualmente in attesa di approvazione del brevetto, si sono impegnati a stabilire una catena complementare di riciclaggio in grado di reinventare in modo efficiente i rifiuti di vetro, trasformandoli in prodotti di uso quotidiano quali complementi d’arredo e di design.

Altrettanto meritevole di riconoscimento è stata Diasen, azienda che opera nel campo della chimica verde per l’industria delle costruzioni, che con le sue vernici naturali a base di sughero ha lavorato per migliorare il comfort abitativo affrontando esigenze complesse come l’isolamento termico, l’insonorizzazione e la regolazione dell’umidità.

Credits foto > © VID – fonte download: https://designwanted.com/venice-innovation-design-architect-mario-cucinella/